martedì 19 aprile 2016

Tra le Haway e la palude

[All'ancora, la ciurma]
Mentre qualcuno salta e galoppa non troppo distante, mi ritrovo con Emanuele e Simone al lago nella grigia giornata di Domenica. Ma piove o non piove? Nel dubbio Ema si mette a fare i compiti di Mate dentro alla sede della Lega Navale mentre io e Simone armiamo Mira facendo lo slalom tra le gocce di pioggia. Quest'anno è già la settima uscita e le operazioni di preparazione (un po' noiose) vengono sempre più automatiche e veloci: togli-il-telo-
metti-ruote- spingi alla-riva, - metti albero-vela-boma, -metti le cime e cimette e bozzelli, timone-deriva sassole varie - ancora e calumo, strumenti vari e ... giubbe-giubbotti-sacche e sacchetti.. tricche-tracche, acqua e cassa cambusa! sempre più veloce si, ma.. sempre troppo lungo!
[Simo, Ema e la cambusa]
Tutti pronti dunque. E non ostante il cielo NERO qualcosa comincia a girare nel verso giusto. Smette di piovigginare, Ema finisce i compiti e ... sale un bel vento nervosetto !!!! Il lago è per noi.. Si parte, Simo al timone, si viaggia a 4 nodi con punte a 5. Puntiamo col vento in poppa verso la sponda Ovest, la più selvaggia, al limite con la palude. Qui sono stati scoperti (sepolti nel fango del fondale) ben 8000 pali, basamento di un insediamento preistorico di palafitte. Be', ora la zona è perfetta per il ns pranzo. Un paio di strambate e si inizia la manovra di ancoraggio.. da manuale! Impossibilitato (si spera per il momento..) ad esprimermi negli sport più aerobici trovo conforto nei piaceri della tavola: cullati dal debole rollio passano così.. le alici sott'olio e tomini elettrici con pane nero, rosso pomodorino e giallo peperone, crudi e di soddisfazione, Taralli al peperoncino e manca solo un po' di vino (escono perfino le rime!). Si riparte. Facciamo vela al pontile delle palafitte (una ricostruzione turistica dell'antico insediamento), manovra di attracco e sbarco. Esplorazione della zona (non troviamo indigeni). Si riparte e questa volta, Ema al timone prendiamo qualche raffica gagliarda che ci fa toccare di bolina 5,7 nodi. Euforia generale.. mentre si fa prua verso Comuna, sulla sponda opposta. E' ancora presto per rientrare, dunque poggiamo e facciamo prua verso le Haway (*), lontane ma non per Mira, che fila come non mai (tocchiamo i 5,8 nodi, di nuovo euforia generale!) tra qualche lenta e più grossa barca a vela. Giunti quasi innanzi alle Haway ci accorgiamo tutti e tre e allo stesso momento di avere una irresistibile voglia di gelato! Non c'è scelta: una strambata e prua a Nord Est verso Viverone. Attracco a pontile, sbarco e quattro palline di felicità (per me un caffè di felicità). Ripartiti, un bordo unico fino alla nostra base ed è fatta. Il GPS segna 8 miglia. Cosa desiderare di più?

(*) Camping Haway

[La traccia GPS. Ma questo lago sta ci diventando piccolo?]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' così che si educano i figli: Bravo Enrico (anche per la prosa)
Pater

Francesco Lenzi ha detto...

I famigerati compiti in barca, ma non saranno solo quelli. In barca abbiamo saputo anche dove sarebbero andati all'università ..... un piccolo piccolo spazio ristretto dove non puoi fare a meno di parlare un po' di tutto.

marianorun ha detto...

Bravissimo come sempre Enrico. Esempio educativo invidiabile... Ma com'è che sei "impossibilitato ad esprimerti negli sport più aerobici"? Nei piaceri della tavola troviamo conforto tutti quanti. Certo cullati da un debole rollio i tomini elettrici possono fornire bizzarri cavalli (al) vapore... ;-)

Enrico ha detto...

Mariano, mi faceva male il ginocchio e non riuscivo più a correre. Allora navigavo in internet e ho scoperto il progetto barca. Adesso il ginocchio continua a dare fastidio ma non so se è il vecchio malanno che non guarisce, il tempo che cambia, o se mi viene x ché ho un motivo x continuare ad andare il barca..
Certo che quando sento di uno che zoppo parte x fare 30k e li fa pure, mi vergogno un po'...

marianorun ha detto...

Ahah Enrico, il mare ti è dentro, si capisce. La fluidità permette di costruire pensieri, imbarcazioni, fantasie. Sul mare galleggiano i sogni. I dolori passano quasi sempre, basta farli strisciare per terra. E a terra rimangono se non ci sono alternative... ;-) Se torni a corricchiare, io sono sempre qui e ti aspetto ;-)

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