domenica 27 settembre 2015

Minitransat 2015, arrivo prima tappa

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Dopo 6 giorni, 19 ore e una manciata di minuti Davy Beaudart a bordo del suo Flexirub ha tagliato il traguardo della prima tappa (Lanzarote, Canarie) della Minitransat . Partiti da Douarnenez, dopo una prima breve parte di bolina, la regata si è svolta tutta in andatura portante, impegnando gli equipaggi in una difficile gestione del ritmo veglia/sonno. Anche la scelta del "lato buono" della rotta è stata importante, considerando che bisognava cercare di essere sempre nella zona di vento con maggiore intensità. Davy ci è riuscito meglio di tutti gli altri concorrenti. 1250 miglia, ad una media di circa 7,6 nodi.
In questo momento anche i due italiani in gara nella classe Proto, Michele Zambelli e Alberto Bona hanno tagliato il traguardo rispettivamente in 12ma e 14ma posizione. 

Qui il video dell'arrivo di Davy:

mercoledì 23 settembre 2015

Minitransat 2015: partiti!

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A due anni di distanza è ripartita la Minitransat (20 edizione), la più impegnativa delle regate del circuito Mini 6.50, così popolari in Francia, così sconosciute a noi Italiani...

Trattasi di attraversare l'Atlantico in solitario su barche lunghe appunto 6,50 m e poche altre restrizioni. Tempo previsto: un paio di mesi per i più veloci. Se si considera che bisogna andare al massimo (ma "spaccando" il meno possibile), che la strumentazione elettronica è limitatissima, che è necessario amministrare al meglio i ritmi di sonno-veglia, che le condizioni meteo sono mediamente molto impegnative.. beh, si può forse immaginare il livello d'impegno fisico e mentale di questi ragazzi che a breve saranno soli a fare i conti con l'oceano.

Ma non è tutto. La Minitransat è anche un banco di prova per nuove soluzioni costruttive e progettuali. Così, a fianco delle barche di serie, gareggiano (con classifica separata) i prototipi: belli? Brutti? Orrendi? ...Veloci! Solo un laboratorio per quelli che saranno i maxi yacht di domani..

77 le barche al via. Quest'anno diversi gli italiani in gara, l che rende la vicenda ancora più avvincente.
Siamo a 4 giorni e 8 ore di regata: hanno attraversato quasi tutti il Golfo di Biscaglia, e il golfo ha -come tradizione- chiesto il suo tributo: in molti stanno facendo scali imprevisti sulla costa francese e spagnola: un albero rotto, un dito fratturato, avarie di ogni tipo..

Emozionante seguire le news e i tracciati GPS disponibili QUI, sul sito ufficiale della gara

Buon vento a tutti!







martedì 22 settembre 2015

Mira, il bilancio velico della prima stagione

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21 Settembre, primo giorno di autunno. Anche se il tempo si sta mantenendo bello e la speranza di qualche uscita non manca, è tempo di fare un bilancio del primo anno di attività di Mira.

Le pietre miliari, dal diario dei lavori:








  • Barca classe: Goat Island Skiff 
  • Caratteristiche: lungh. 4,73m, largh. 1,52m; sup. velica 10m2, peso scafo: 67Kg
  • Progettista: Michael Storer
  • Acquisto compensato marino e inizio lavori: 28 Giugno 2014
  • Varo (Lago di Viverone): 25 Aprile 2015
  • Tempo di costruzione: circa 10 mesi (weekend + sere in settimana)
  • Costo (legno, resine, vernici, attrezzature, vela, cime): 3000€

Dal diario di bordo, stagione 2015:

  • Numero totale uscite: 30
  • Località: Lago di Viverone e Lago di Como
  • Distanza totale percorsa: 160 miglia
  • Massima distanza percorsa in un giorno: 21 miglia
  • Scuffie: 3 (di cui 1 volontaria)
  • Persone alternatesi in equipaggio: più di 30
  • Velocità massima registrata dal GPS: 10,1 Nodi.
  • velocità di crociera a remi: 3,5 Nodi.
  • Carico massimo: 4 persone (2 adulti, 2 ragazzi) più attrezzatura per campeggio.
Per il futuro, rimangono tanti piccoli traguardi da raggiungere: la navigazione in mare, la prova con onda formata, dormire a bordo, la regata, migliorare la trasportabilità sull'auto per raggiungere mete più lontane...
Intanto però ora meglio trovare un posto il più possibile riparato per trascorrere gli umidi mesi invernali, da sempre nemici delle costruzioni in legno.


[Mira, per raggiungere spiagge lontane..]
[per condividere con gli altri..]

Qui il link che una sera dell'anno scorso mi convinse a fare il salto (ed era un salto nel buio) nell'esperienza "autocostruzione". Chissà che qualcun altro non si lanci a sua volta:
http://www.storerboatplans.com/GIS/GISplan.html


domenica 20 settembre 2015

Sulla ferrata della Sacra di San Michele

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Oggi, in una giornata dal meteo perfetto, io ed Emanuele abbiamo salito la classicissima ferrata "Carlo Giorda" sul Monte Pirchiriano (962 m.), meglio conosciuta come la ferrata "della Sacra".

Prima esperienza di ferrata per Emanuele che, compreso in un attimo il funzionamento dei moschettoni  e del sistema dissipatore, ha poi arrampicato con gran (forse troppa?) disinvoltura.

Il percorso è verticale solo per pochi e brevi tratti, mentre il dislivello complessivo è di rispettabili 600 m. Abbiamo trovato il percorso ben attrezzato e manutenuto (un paio di cavi erano stati appena sostituiti), compreso una nuovissima traversata aerea, tipo ponte tibetano, che collega un torrione al salto finale, secondo Emanuele "il passaggio più bello".

Ci abbiamo impiegato 3h30', arrivando fin sotto al muraglione della Sacra. Da qui abbiamo imboccato la traccia a destra (ignorando quella una che va a sinistra) che con percorso ripido e un po' sconnesso porta al parcheggio della Sacra, da cui la vecchia mulattiera riporta alla base (1h).


[una delle tante rampe, ben appigliate]
[Sulle placche lisce sono posizionati ottimi gradini]
[Sosta-spuntino su una delle belle cenge a metà via]
[Il nuovissimo ponte tibetano]
[Emanuele in azione]
[L'arrivo sotto alle mura. E se scalassimo anche quelle?]

lunedì 14 settembre 2015

Silvia sul Corno Stella

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Un precisazione sull'attività estiva.
Mentre la ciurma Polisportiva era intenta a veleggiare su Mira, Silvia ha salito nelle Alpi Marittime la combinazione di vie Michelin-Rossetto e Spigolo Est arrampicando da seconda di cordata dietro ad Alberto. 
Grazie alla totale mancanza di allenamento specifico sulla roccia, Silvia è riuscita a rallentare il pur velocissimo e preparatissimo Alberto. Allo scopo, pare abbia utilizzato anche un paio di scarpette troppo strette (forse per aumentare la concentrazione?). Così, pur completando le due vie e dopo le calate in corda doppia sono rientrati decisamente tardi!

Silvia mi dai le foto??? ;-)


venerdì 11 settembre 2015

Le mirabolanti avventure di Mira: all'Isola Comacina - PARTE 2

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Fortuna vuole che la spiaggetta di ciottoli su sui siamo atterrati sia una spiaggia comunale, e -data l'ora tarda- assolutamente deserta. Per alare Mira in spiaggia la alleggeriamo preventivamente svuotandola di tutto il suo carico: un materassino di espanso e un paio di giubbotti difendono efficacemente il fondo dai duri ciottoli.
La sera trascorre serena tra un brindisi (dalla impagabile cassa tecnica) e la cena (potage di verdure e minestra knorr). Grazie al meteo favorevole, montiamo solo la camera interna della tenda, che nel buio lascia intravedere le luci della sponda opposta. Romantico...

21 Agosto.  Sveglia e comoda colazione. La notte è stata riposante e stamane soffia un buon vento teso da Nord che dovrebbe spingerci rapidamente alla vicina isola. Così è. Partiamo con una mano di terzaroli e sfiliamo davanti alla famosissima Villa del Balbianello e in breve nel tratto d'acqua che divide la costa dall'isola. Qui il vento è calato e il sole sta scaldando sempre più l'aria. Attracchiamo al pontile del porticciolo comunale e scendiamo in visita al paese di Sala Comacina. Caffè (veramente pessimo) a bar del paese e piccola spesa. Poi di nuovo in barca e ormeggio in boa (anch'essa comunale) vicino all'isola che raggiungiamo a nuoto

L'Isola è un sito archeologico e residenza di un manipolo di ispirati artisti. E' disseminata di rovine di antiche chiese, costruite, distrutte e ricostruite svariate volte. Gli artisti residenti invece si prodigano a realizzare curiose opere che poi collocano in ogni angolo dell'isola... strano posto questa Comacina.

Ore 13 calma piatta. Oggi vorremmo tornare ma se continua così dovremo pensare ad un nuovo bivacco. Alle 14, a remi, in un lago che è un olio, iniziamo il rientro. In aggiunta, Silvia vuole prendere confidenza con la voga (questa sconosciuta) e il risultato è che procediamo a zig-zag per un discreto tratto! Poco dopo le 15 arrivano le prime raffiche forti... E' la Breva di Lecco che scavalca Bellagio e si incanala nel ramo di Como.. Diamo vela ma.. siamo subito costretti a prendere due mani di terzaroli. Bene. Sarà una navigazione impegnativa ma entusiasmante! 

Passato Bellagio la Breva ci investe con tutta la sua forza: guardando sopravento, verso Lecco, si vede solo una distesa creste bianche piuttosto arrabbiate.. Procediamo con lunghi bordi al gran gran lasco e ogni volta preferiamo prudentemente virare anzichè strambare. Mira, sollevata di poppa dall'onda, sembra voglia infilare la prua sott'acqua (e qui io e Silvia controbilanciamo spostando il nostro peso verso poppa) per poi lanciarsi in una planata tra i 7 e gli 8 nodi.  In 3 ore facciamo quello che ieri abbiamo fatto in 6. Alla fine va tutto bene e non ci prendiamo particolari rischi. Va detto però che oggi Silvia non ha potuto leggere il suo amato ebook! Anzi, per 3 ore filate non ha proferito parola!
Alle 18 siamo a Colico. 




[Arrivo alla spiaggia del bivacco]
[L'aperitivo, contenuto nella "cassa tecnica" grigia]
[Il nostro campo]
[Vento in poppa di primo mattino]
[La Villa del Balbianello col suo parco]
[Attracco a Sala Comacina]
[Polisportiva nella pizza di Sala Comacina]
[Sala comacina: vista sull'isola]
[Il Bar Milani]
[Mira in boa fotografata dall'isola]
[Lo sbarco]
[scavi archeologici nella Chiesa di San Giovanni]

[Selfie, in una delle opere degli artisti residenti]

[Mira... arrivooo!]

[Ritornati, dopo una impoppata di 3 ore!]

[Mira con due mani di terzaroli]


[La rotta: 41 miglia totali]

mercoledì 2 settembre 2015

Le mirabolanti avventure di Mira: all'Isola Comacina - PARTE 1

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Questa volta siamo andati un po' più lontano. 41 Miglia nautiche in due giorni per raggiungere l'Isola Comacina (da Colico e ritorno), l'unica isola del lago, quasi mitica perchè ben nascosta nelle pieghe del ramo di Como, ..insomma, roba esclusiva, roba da Clooney!
In verità avrei voluto stare via tre o quattro giorni (visitando Bellagio, arrivando poi a Como, e poi a Lecco) ma la mai semplice logistica familiare non ce lo ha consentito. Va benissimo così. E' stata comunque la prima navigazione così lunga con Mira ed ha rappresentato una esperienza nuova, rivelando alcuni aspetti importanti quali: comfort a bordo migliorabile, settaggio per terzaroli migliorabile, l'ottimo aiuto dato dal GPS opportunamente pre-settato, etc.

Partiamo in due, Silvia ed io, con un equipaggiamento simile a quello utilizzato a San Fedelino, ma con in aggiunta due chicche tecnologiche: un power-bank da 6500 mA e un pannellino solare da 15W per garantire sempre la ricarica delle batterie dei telefoni e della macchina foto, del GPS, e di una torcia a luce bianca a 360° per eventuale navigazione notturna. 

20 Agosto, ore 11.15. Partenza da Colico nel primo giorno di bel tempo dopo un bella perturbazione durata 3 giorni. Vento da Nord, cielo terso. Il vento è favorevole e ci spinge facilmente verso sud. Dovrei essere contento, tuttavia è questa la condizione tipica per l'ingresso del Fhoen, che qui si chiama San Vincenzo, vento temuto per la sua violenza (fino a 40 nodi!) e durata (soffia anche alcuni giorni di seguito). Sarebbe troppo per noi. Preferisco quindi partire con una mano di terzaroli. Precauzione inutile, poichè dopo neanche un'ora cala del tutto (andiamo a remi per un poco) e quindi entra decisa la tipica Breva da Sud. Si preannuncia dunque una lunga giornata a zig zag verso la nostra mitica isola. Fugato il rischio del San Vincenzo, per una volta son contento di navigare di bolina!
Pranzo... Tra un panino al formaggio e qualche frutto i bordi si susseguono, spesso lunghi da una sponda all'altra del lago, incrociando barche di ogni tipo (cabinati, derive, motoscafi, catamarani, kite, surf, ..). La Breva, che di solito aumenta intorno alle ore 14 salendo a 20 nodi si mantiene invece più moderata e senza alzare la tipica onda corta e fastidiosa ci consente di procedere di buon passo a una media di 3,5 nodi. Il massimo per Silvia intenta a leggere comodamente l'ultimo romanzo sull'ebook (reso un po' impermeabile dopo averlo preparato fasciandolo con della pellicola domopack!). Giornata di gran sole dal quale è necessario proteggersi con creme e occhiali. La pioggia dei giorni precedenti ha pulito l'aria e la vista sulla costa è impagabile con colpo d'occhio sui paesi e i monti circostanti.
Intorno alle 17 siamo all'altezza di Bellagio, il celeberrimo promontorio che divide i due rami di Como e di Lecco. Secondo le intenzioni imbocchiamo quello di Como e ..il vento ci molla quasi improvvisamente. Ammainare la vela e armare i remi!

[Passaggio davanti a Menaggio]
Qui il lago è cambiato. I colorati campeggi e le derive sportive hanno lasciato il posto a ville da film con giardini da sogno. Sul lago si vedono solo lussuosi motoscafi in legno (tipo Riva) a volte guidati da personale in divisa! Fanno la spola tra le ville e i paesi... Il lago è sempre più calmo, non ostante vi sia una fastidiosissima e continua onda alzata dai passaggi del battello e aliscafo che raggiungono continuamente Bellagio. 

In questo contesto scrutiamo la costa in cerca di un angolo dove trascorrere la notte. Siamo anche pronti a dormire a bordo, all'ancora, ma sarebbe quasi certamente un test scomodo (ma prima o poi arriverà anche il momento). Alla fine proprio dove la costa pare cadere a picco nel lago scorgiamo una amena spiaggetta di ciottoli. Sembra perfetta! Alle 18.00, dopo 7 ore di navigazione, atterriamo.



[Davanti a noi Bellagio. Il vento inizia a scarseggiare]

[Villa Melzi]

[senza vento...]

[Una lucia, sul far della sera]

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